sabato 19 novembre 2016

IL CAMPIONE – 3. Caduta al tabarin

IL CAMPIONE – 3. Caduta al tabarin
di Gino Cervi


Vai, Girardengo, vai grande campione!
«Gira, Gira!»
«Bravo Gira!»
«Gira, vieni qui! Dài, dài ancora un bicchiere! Brindiamo al grandissimo Costante!»
E giù pacche sulle spalle, e giù bicchieri di champagne! Al tabarin Excelsior di Sanremo sono le due di notte e al Gira... gira la testa da un bel po'.
Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Tutti gli offrono da bere, al grande campione.


Tutta colpa del Biagio. Ma sì, di quello lì. L'umòn di Novi. Il Cavanna! L'allenatore dei campioni.
Una furia, un'ossessione quando c'è da allenarsi, da preparare le gare. E non mangiar questo e non mangiar quello. E vai a letto presto. E fai quest'esercizio e poi quest'altro.
Poi però, a gara finita, se c'è da festeggiare diventa un ciclone. Non lo tieni più. Nei tabarin ci sta come il topo nel formaggio. Bottiglie che vanno e vengono. Arrivano piene e van via vuote.
Il Gira non è mica abituato. Al massimo un bicchiere di barbera, ma solo ai pasti. E poi niente.
Ma il Cavanna, quella sera, è un insaziabile pantagruel. Tartine, champagne, e sigari.
E intorno, come le api al miele, uno sciame di donnine.
«Costante, Costante, bello il mio campione!»
«Gira, ma lo sai che sei proprio un bell'ometto!»
«Su, dài, dammi un bacino, non fare il timido!»


Costante sbanda. Più facile tenere in piedi la bici giù a rompicollo per la discesa del Turchino, con la pioggia e le raffiche di vento, che far finta di niente, e dire “No, no grazie! No, dài, lascia stare!” Gira, gira, gira la testa al Gira. Sarà lo champagne. Sarà il profumo di quella mora lì, che sa di arancia e cannella. Saranno le gambe di quella rossa là, che il Cavanna non vedrebbe l'ora di massaggiare. E la scollatura della bionda, sì, la bionda, la Milady, che ti ci butteresti dentro, altro che la discesa del Turchino!

Fumi dei sigari, una nebbia che neanche in Valpadana. E fumi dell'alcol: le bottiglie di champagne han lasciato il posto a quelle di ratafià. Porca miseria, l'è dura anche la vita del campione. Il resto della notte è tutto un fumo...

Tum, tum! Sempre più forte. Tum, tum, tum!
Dalla finestra lame di luce. Fuori il sole è già alto.
«Ma cos'è 'sto rumore. Ah, che mal di testa! Mi sembra d'averci dei chiodi piantati!»
Ma sì, bussano alla porta della camera.
Il Gira si mette seduto, a fatica. Ha la lingua più ruvida di un palmer. Gli occhi più pesti dei pedali. Allunga una mano.
«Osti, ma chi c'è nel letto! Diòvu, la biunda!»
La bionda tutta nuda che respira placida nel sonno sollevando a tempo il suo bendidio.
E da sta parte?
«Diu faus!»
La rossa e i suoi due metri di gambe. Aperte! Il Costante si sveglia in un letto non suo e in mezzo a due signorine che erano state anche di molti altri.


E intanto fuori dalla stanza bussano più forte.
«'Rivu, 'rivu!»
«Signor Girardengo, presto! C'è una telefonata per lei...»
«Una telefonata! Santa madòna, cosa sarà! 'Rivu, 'rivu.»
Si riveste a malapena, una maglia, le braghe. Apre la porta della camera dell'hotel. Esce in corridoio. Fa le scale barcollando, che gli tremano le gambe per la corsa del giorno prima, e per quella della notte appena passata. Si appoggia al corrimano. Nella hall, lo guardano un po' storto. «Signor Girardengo, il telefono è là!»
Costante alza il ricevitore, un po' indeciso, un po' spaventato.

«Pronto, chi parla?»
«Custant, Custant, l'Agustina l'ha fa'! Sei papà, Costante! È nato Ettore! Sei contento?»
Costante non risponde. Silenzio.
«Custant, Custant, ma ci sei? Mi ascolti? Hai capito cosa ti ho detto?»
«Sì, sì... e... e... che sono... sono... non so cosa dire... ecco. Ma la sta ben l'Agustina?»
«Sì, sì, la sta ben. E 'sta ben anche l'Ettore! Vedrai che campione, anche lui!»
«Eh, campione, campione...»
A Costante gli si riempiono gli occhi di lacrime. Non sa se per la commozione o per il rimorso.
«Va ben, va ben. Prendo il primo treno e turni a cà!»


Mette giù e si trova davanti il Biagio. L'umon.
«E allora, Costante! Auguri, e complimenti! Campione e papà!»
«Ma va' a dà via al cü, Biagio!»
Gli ringhia dietro Costante. E prende le scale di fretta.
«Costante, Costante, uè! Ma cosa c'hai stamattina?» lo insegue Cavanna.
«Eh, cosa c'ho, cosa c'ho! Lo sai ben tu cosa c'ho. Guarda come mi son ridotto... Una merda, una merda ecco quel che sono... Nasce mio figlio e io son qui, qui... tra... tra...»
«Ma lascia perdere, Costante! È stata una défaillance! Come quando si spacca una ruota, dai... Poi si rimonta in sella. E via!»
«Ma va, via! Via! Merda che sei anche tu...! Non ti voglio più vedere...»


E LA STORIA CONTINUA... ANCHE GRAZIE AI VOSTRI SUGGERIMENTI!

QUI IL LINK A IL CAMPIONE: 
1. L'incipit: http://www.strastorie.it/2016/11/il-campione-1-lincipit.html
2. Il Giraghepardo: http://www.strastorie.it/2016/11/il-campione-2-il-giraghepardo.html


StraStorie per BookCity Milano
Un progetto di Valeria Ravera
Con Gino Cervi e Matteo Speroni
Illustrazione di Riccardo Guasco
 

Sul web (qui e su www.facebook.com/strastorie) e al Laboratorio Formentini  
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"Cavanna", illustrazione di Riccardo Guasco

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