Dopo i ritratti in versi di Biagio Cavanna e Sante Pollastro, è il turno di Costante Girardengo, sempre secondo Gino Cervi.
Riva Gira cunt i alter al cü!
Voce vedetta, le mani a coppa,
dal campanile giù fin sulla piazza
cala su chi aspetta l'ultima tappa.
L'ultima tappa dell'ultimo giro,
mani al manubrio, curve radenti,
neanche un respiro a passare tra i denti.
gomiti a punta, garretti tirati.
Sfrigolano, sbuffano, sacramentano
di metri fatti duemila milioni
dopo la curva al traguardo li aspettano:
ne mancano cento per esser campioni.
Sivocci, Belloni, Angelo Gremo,
Ugo Agostoni, Brunero Giovanni:
salta un freno, scoppia una gomma,
il gruppo esplode, polvere nuvola.
Spunta un muso faina, una lama
fende tagliente dal grigio le fila.
Non è Aymo Bartolomeo, non è
Pietro Linari, non è Pellissier.
È lui, proprio lui, il Campionissimo,
il Gira.
"Girardengo", illustrazione di Riccardo Guasco |
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