mercoledì 11 aprile 2018

Altri spunti per StraStorie ExtraLarge dagli studenti del liceo Medardo Rosso!

l tempo per i suggerimenti per la terza punta di StraStorie ExtraLarge sta per scadere, ma anche stavolta gli spunti degli studenti del liceo artistico Medardo Rosso di Lecco, coordinati dalla docente Maria Luigia Longo, sono arrivati… E che spunti per il Trio Besola/Ferrari/Gallone - R/A/F! Eccoli!


SPUNTO DI RICCARDO G., I B
Quella sera Jake e Scolo, con Luca a fianco a loro, passarono quasi tutta la serata a raccontare, a questi nuovi amici, la loro lunga storia e a spiegare il motivo del loro viaggio.
Una voce parlò dal buio, richiamando l’attenzione di tutti.
I tre si voltarono e videro Liscione, che si era avvicinato in silenzio.
“Si è fatto buio, vi accompagno nella mia tana” disse Liscione.
La tana di Liscione si trovava nei sotterranei del Castello.
Aggirarono il Castello e ad un certo punto, nascosto fra i cespugli si intravide un passaggio. Liscione passò per primo, seguito dagli altri tre.
Arrivarono nella tana di Liscione, un posto veramente carino, e finalmente poterono chiudere le loro stanche palpebre e riposare.
All’alba, quando i tre amici si svegliarono, Liscione era accanto al loro giaciglio e gli sorrideva.
“Buongiorno, ragazzi. Ho una persona da farvi conoscere che sicuramente ci potrà aiutare nella ricerca del Malandato.
“Chi è?”
“Si chiama Ardea ed è un falco pellegrino che vive qui vicino, sul Grattacielo Pirelli, vicino alla Stazione Centrale”.
“Ho pensato a lei perché è risaputo che non le sfugge nulla di quello che accade qui intorno”
I quattro risalirono il cunicolo che li aveva portati alla tana del Liscione, imboccarono il passaggio fino all’uscita.
Ardea li attendeva lì vicino, e i suoi occhi li esaminarono con molta cura.
Era un bellissimo falco pellegrino di età indefinita, anzi una bellissima femmina di falco pellegrino, lo si poteva intuire data la sua grande stazza.
Aveva il dorso e le ali di un colore indefinito che va dal nero bluastro al grigio ardesia.
La parte inferiore del corpo era striata con sottili bande marrone scuro o nere. La coda era dello stesso colore del dorso, ma con striature nette.
La testa nera contrastava con i fianchi chiari del collo e la gola era bianca.
La “cera” del becco e le zampe erano gialle, mentre becco e artigli erano neri, lucidissimi e lunghissimi… da paura.
Gli occhi traboccavano saggezza ed era difficile sostenere il suo sguardo penetrante.
“Mettetevi davanti a lei” sussurrò Liscione, che sembrava intimorito, “e non fate domande, sarà lei a farvene e siate rispettosi, non siamo il suo cibo preferito, ma è meglio non farla innervosire” sbottò nervosamente.
Luca, Scolo e Jake erano sbalorditi dalla perfezione del corpo del falco, per tutto il tempo che aveva dovuto aspettare a Ardea non era sfuggito nulla di quello che era successo lì intorno.
“Il mio nome è Ardea. Tutti qui a Milano mi conoscono e sanno che non mi sfugge nulla di quello che succede qui in giro”.
“Perché mi avete mandato a chiamare? “ chiese Ardea
Ardea passò accanto a loro e sbatté meccanicamente le ali con decisione, senza peraltro smettere di parlare.
Jake facendosi coraggio disse “Io sono Jake, e questi sono i miei amici Luca e Scolo. Veniamo dalla Martesana e stiamo cercando un altro nostro amico, il Malandato, forse tu lo hai visto gironzolare da queste parti”.
“Fa il barbone, sicuramente a te una faccia nuova nei dintorni, non ti sarà di certo sfuggita”
Ardea, con uno sguardo imperscrutabile disse “Uno in particolare, lo ricordo… stavo facendo uno dei miei soliti giri di ricognizione, quando ho notato un certo trambusto davanti alla Centrale, c’era un umano che gridava, diceva di chiamarsi … adesso mi sfugge, gridava talmente che è stata chiamata la Polizia.
La sua fortuna è stata che in mezzo a tutta quella gente, sia riuscito a scappare prima dell’arrivo della Polizia.
L’ho seguito per un po’, ma poi ho avvertito un certo languorino allo stomaco, che mi ha ricordato che era quasi ora di pranzo, quindi mi sono dedicata ad altro.” 

SPUNTO DI ELENA L. ED ELENA N., I C
Finita la colazione, la banda dei “quasi nutria” si recò a passo d’uomo e a zampettate di nutria ad esplorare il Duomo in cerca del Malandato. Il Malandato era un tipo un po’ improbabile, amava le librerie e l’ordine, ma allo stesso tempo sapeva di maiale marcio dal suo ultimo fallimento. I tre decisero che avrebbero cercato prima nelle librerie; la prima dove andarono a ficcare il loro naso baffuto fu la Feltrinelli. Appena misero una zampa palmata nel negozio, la nutria Scolo esultò con un: “che puzza di maiale marcio! È di sicuro stato qua”, Luca gli fece cenno di abbassare la voce, irritato dal suo tono. Dopo aver esplorato il negozio Jake, con la sua voce affascinante si avvicinò a passo palmato ad una commessa che portava una maglietta rossa: “Scusi, ultimamente è stato qui un uomo? Capelli scuri, carnagione olivastra, labbra fini e sorriso sdentato?”, la signora chiese gentilmente una descrizione più accurata, ma Jake, delicato come suo solito, rispose: “Senta, puzzava di maiale marcio, ce l’ha presente sì o no?” La tipa in maglia rossa un po’ scocciata rispose “ Sì, gentile nutria, ora ho presente di chi sta parlando; non troppo tempo fa è stato qui e ha comprato un libro, mi pare che fosse “Harry Potter e il Binario 9 e 3/4”. Le due nutrie e Luca si guardarono stupite e poi ebbero un’illuminazione comune, sapevano dove potesse essere. Con passo spedito e ondeggiamenti di coda qua e là andarono nella stazione del Duomo e cercarono il binario 9 e 3/4, ma si resero conto che erano completamente fuori strada, infatti il binario non esisteva. Erano disperati, nervosi, stanchi e affamati, ma poi si misero a ragionare tutti insieme; questo Malandato non era di grande intelligenza e loro stavano pensando troppo per trovarlo, dovevano mettersi nei suoi panni: sono brutto, puzzo, amo i libri ma non ho una lira, dove vado? Ovviamente in biblioteca. Andarono a naso, a naso di nutria, nella prima biblioteca che trovano, cioè quella più vicina al Duomo. Entrarono rumorosamente e chiesero in modo maleducato senza nemmeno salutare: “Scusi, bibliotecaria, ha per caso visto un uomo con capelli scuri, carnagione olivastra, labbra sottili e sorriso sdentato?” e la bibliotecaria in modo secco rispose “Può entrare nei particolari?” a questo punto Jake prese la parola e disse: “Senta, puzza.” Gli sembrò di rivivere un pezzo della sua vita. “Ah!” fece la signora “Ho presente, ma non sono tenuta a darvi informazioni.”. Luca, Bob e Scolo ne avevano abbastanza per quel giorno, decisero che sarebbero tornati il giorno dopo con un mazzo di fiori, per corrompere e corteggiare allo stesso tempo la bella e dannata bibliotecaria, con solo due risposte avevano ben chiaro che per lei non era giornata e non sarebbero riusciti a distoglierle nemmeno un indizio. 

SPUNTO DI ARIANNA P. E SARA T., I B
Un nuovo personaggio: Marie Leroy
Marie Leroy è una donna di 32 anni, decisa e determinata nel suo lavoro, nata sotto il segno dei Pesci e che possiede una copia dei Miserabili, ricevuta come eredità poiché è una delle discendenti di Victor Hugo. Lavora presso l’azienda di suo padre, è alta 1,78 m, ha dei lunghi capelli biondo scuro e dei grandi occhi color nocciola. Sua madre è recentemente deceduta quindi lei ha deciso di alloggiare a Milano per una settimana ed ereditare la villa di famiglia. In un’ispezione della villa trova un senzatetto che fruga in una stanza della casa. Appena quest’ultimo la nota si dà alla fuga uscendo dalla finestra, purtroppo Marie non riesce a fermarlo e notando che nella stanza ci sono tutti i libri sparpagliati nello scaffale, come se l’uomo stesse cercando qualcosa. Qualche giorno dopo, mentre stava passeggiando per le strade di Milano, lo rivede con in mano una copia dei Miserabili simile alla sua e, stranita dal fatto che un barbone abbia una cosa di tale valore, capisce che lo ha rubato dalla villa e decide di seguirlo. Dopo aver pedinato l’uomo, si ritrova nella libreria “Covo della ladra di libri” e ne perde la traccia tra gli scaffali.

SPUNTO DI GLORIA C. E ALESSIA C., I C
Luca, Scolo e Jake si sedettero in un vicolo, non troppo lontano dal centro, per aspettare l’arrivo della sera. Andare in giro a Milano in pieno giorno era stata un’idea stupida e irrazionale. Di certo un senzatetto e due nutrie non era un trio che si vedeva spesso a Milano.
“E ora che si fa Jake ?” chiese Scolo alla nutria amica.
“Non saprei, ma per il momento è meglio aspettare che tutta questa gente sparisca”.
E trascorsero così l’intero pomeriggio, seduti sul selciato e con la testa appoggiata al muro in pietra di un edificio, ormai abbandonato. Il Sole cominciava a calare e con sé portava via tutte le persone che camminavano ininterrottamente di qua e di là. Dopo il tramonto, il cielo s’imbrunì e la notte sovrastò la città di Milano.
Luca si alzò e dopo essersi spolverato i jeans logori disse “Forza Bob, è arrivato il momento di agire!”
Si avviarono con passo felpato fino a Piazza Duomo e come delle ombre si avvicinarono alla Statua equestre, situata proprio al centro di essa. Luca prese le foto del Malandato che aveva portato con sé e tra di esse vide la foto della stessa statua, ecco dove l’aveva già vista!, la quale aveva sul retro una descrizione scritta a mano, probabilmente dal Malandato stesso. “Vittorio Emanuele II, 1879, bronzo. Ore di ricerca buttate al vento, ho consultato tutti i libri della biblioteca, ma è ancora tutto fermo, nessun indizio, non so se riuscirò mai a risolvere questo enigma. L’ho osservata per molto tempo e l’unica cosa insolita sono delle piccole incisioni sullo zoccolo anteriore, destro del cavallo, ma probabilmente saranno solo graffi causati dal tempo”. Luca si ravvivò, questo era un punto di partenza, la statua era collegata a un mistero, doveva solo scoprirlo. Si avvicinò allo zoccolo del cavallo, ma la mancanza di luce impediva al giovane di vedere. Fu proprio in quel momento che vide una scatoletta bianca di fiammiferi buttata per terra, la prese in mano e quando la aprì, scoprì per sua felicità che ne erano rimasti proprio due. Egli, seguito da Jake e Scolo, si avvicinò al cavallo e accese il fiammifero; sullo zoccolo c’era davvero un’incisione, sembrava una lingua arcaica e sconosciuta, ma gli occhi delle due nutrie si illuminarono. “Per tutte le castorine! Questo è nutrico antico” disse Jake a Scolo, il quale aveva la bocca spalancata. Jake si affrettò a leggere l’incisione, la quale diceva : “il mistero giace sotto di noi”.
In quel momento il fiammifero si spense e Luca osservò le due nutrie che conversavano animatamente e si guardavano attorno. Scolo osservò la statua e notò che la testa del cavallo era rivolta verso Est, così si avvicinò a quel punto e cominciò a cercare, con le zampette tastò le lastre del pavimento e si accorse che una di esse era rialzata di un paio di centimetri. Doveva riuscire ad alzarla con qualcosa, prese il tappo di una Rutta forte che gli era rimasto e che usava come collana, lo inserì sotto la lastra e con l’aiuto di Jake fece leva. La lastra si alzò e cadde dalla parte opposta, creando un forte tonfo. Luca, ancora molto confuso, cominciò a capire: avevano trovato un passaggio! Un lungo pozzo cilindrico, fatto di mattonelle rosse si srotolava in profondità, ma il buio non permise ai tre di vedere ciò che c’era al di sotto. Avrebbero avuto il coraggio di calarsi lo stesso?
https://siviaggia.it/varie/video/segreto-milano/9580/
(Nota: per realizzare questo testo, ci siamo ispirate a questo video, il quale parla di un vero e proprio labirinto sotterraneo, collocato al di sotto della statua di Vittorio Emanuele II)

SPUNTO DI CLAUDIA, CHIARA E MATILDE V., I B
Jake e Scolo raccontarono alle altre nutrie il motivo per cui erano in piazza Duomo in pieno giorno e, quindi, anche tutta la storia del Malandato. Le nutrie si incuriosirono e chiesero a Jake e Scolo di più sul Malandato, i due allora, visto l’interesse, chiesero aiuto alle nutrie per trovare ulteriori indizi, che li avrebbero condotti al Malandato.
Le due nutrie avevano anche descritto la figlia e la moglie del Malandato.
Nel frattempo Anna, la figlia di Giovanni si recò nella grande libreria Sormani; poiché appassionata di libri. Andò lì per comprare il nuovo libro della sua scrittrice preferita che era appena uscito.
Poco più tardi le nutrie, passeggiando per piazza del Duomo, senza farsi vedere dagli umani videro nella vetrina della grande libreria Sormani una ragazza che guardava dei libri, assomigliare alla descrizione di Scolo e Jake, presumendo che fosse la figlia. Vicino a lei, sempre in vetrina videro anche un uomo che corrispondeva alla loro descrizione nell’immagine di copertina di un libro.
Le nutrie incuriosite ancora di più da questo dilemma e, pensando di aver risolto il caso, controllarono ancora la ragazza che dopo pochi minuti uscì dalla biblioteca con due libri; uno, si presumeva quello che corrispondeva al Malandato e l’altro non si riusciva bene a capire di cosa trattasse.
Allora le nutrie incuriosite ulteriormente, decisero di seguirla, ma poco dopo scomparve nella folla. Il gruppo di nutrie, disperate e agitate tornò da Jake e Scolo a raccontare loro tutto quello che avevano visto.
Lasciarono passare qualche giorno e poi tornarono in quella libreria, ma della ragazza non ci fu più traccia. Però si pensava che il Malandato fosse ancora vivo, ma non si sapeva dove potesse essere. Le nutrie pensarono che la figlia, dopo aver comprato e il libro del padre, insieme alla madre sarebbero andate a cercarlo.

SPUNTO DI LUCIA E RICCARDO I., I B
Giovanni, invaghito del libro che aveva rubato a Carcarlo, decide di intraprendere un viaggio verso Parigi per provare a vivere l’avventura dei Miserabili e a visitare i luoghi in cui è ambientata la storia.
Il Malandato, povero e senza casa, non ha soldi per pagarsi il volo e preso da un attimo di follia pensa che la cosa più semplice e veloce da fare è andare di nascosto a casa della sua ex moglie e rubare i soldi che avevano risparmiato per prevenire qualche momento di crisi. Lui sapeva dove erano nascosti perché conosceva ogni nascondiglio della sua vecchia casa.
Dopo essersi recato ovviamente a piedi dall’aeroporto il Malandato parte con un volo di sola andata per Parigi e dopo essere arrivato rilegge il libro e inizia a elemosinare e a vivere proprio come i poveri del libro.

SPUNTO DI NOEMI E GIUSY, I B
Luca e Jake si guardarono come se il loro pensiero fosse unico: “Siamo venuti qui per risolvere il mistero dei misteri” risposero. “Trovare il Malandato e quei Miserabili di cui abbiamo traccia solamente attraverso la mappa segreta”. Ora che erano giunti in quel punto fatidico, i due amici si erano sentiti ad un passo dal ritrovamento del Malandato.
Peccato che quel soffio per arrivare alla verità si era dimostrato essere un vortice di indizi che parevano farli arrivare alla meta, ma che in realtà li aveva catapultati in altre circostanze ancora tutte da chiarire.
Una su tutte, la ragazza dal peluche appeso al portachiavi…era bastato uno sguardo a catturare Luca: il suo viso triste ma così dolce lo aveva conquistato. Non vedeva l’ora di rivederla e scoprire se davvero si trattava della figlia del Malandato: Come mai si trovava lì con sua madre, malandata pure lei?!
Domande che lasciarono Luca senza risposta. Ci pensarono Jake e Scolo a riportarlo subito alla realtà. Saltando dentro al loro trasportino da fuggitivi.
“Dobbiamo seguire la gattara!” disse Jake a Scolo, che senza pensarci chiese a Liscione se prima di addentrarsi al parco li avesse accompagnati nella loro ricerca. Liscione esordì, dicendo loro di non essere una nutria guida, o peggio ancora, la loro guardia del corpo, ma per solidarietà acconsentì ad accompagnarli.
Fu così che la banda balorda si addentrò nuovamente alla volta di Piazza Duomo, anche se apparve ancora più difficile muoversi in mezzo alla gente che pareva un fiume in piena. Ma dove si erano cacciate madre e figlia? Nelle condizioni in cui apparivano non abitavano sicuramente nella parte più “in” di Milano, e allora perché la mappa segnava la croce proprio davanti al duomo e le due donne erano nei pressi del castello sforzesco?
Madre e figlia sembravano essersi dileguate, ma ecco che proprio all’imbocco della via che dà su Piazza Duomo, Luca scorse fra le teste una specie di rovo impolverato: “È lei la gattara, presto, corriamo!!” urlò ai suoi amici. Fu così che si ritrovarono in un vicolo adiacente a Via Torino, stretto e buio. Pareva già scendere la sera in quella zona di Milano. Spazzatura buttata qua e là e porte malconce che davano accesso a palazzi quasi fatiscenti.
Ma come è possibile che a pochi passi dal centro di Milano, esistano viuzze così invisibili e dimenticate? Che fosse proprio lì la dimora della gattara e sua figlia? Neanche a dirlo, talmente la foga di seguirle, che senza accorgersi Luca si ritrovò faccia a faccia con la gattara, che ancora stava seminando pane secco per i suoi animali di città. “Ci siamo appena incontrati al parco o sbaglio?” Chiese la donna. Luca con un cenno del capo annuì: non aveva il coraggio di chiederle nulla. Fu colto, però, di sorpresa dall’arrivo di Anna, la quale lo incalzò dicendogli: “Ci stai seguendo per caso? Com’è possibile che ti ritroviamo qui ora?”
Luca a quel punto disse alla ragazza: “Sto cercando il Malandato, voi sapete di chi sto parlando vero?” Rimase sorpreso di quello che era riuscito a chiedere.
La ragazza allora rimase senza parole e cominciò a balbettare solo una frase: “Conosci il Malandato? Allora forse sai cose che noi ancora non sappiamo! Parla se hai notizie, capito?” Si agitò a tal punto che le parve sentire il cuore in gola. Jake e Scolo non avevano ben capito se stava bleffando o davvero sperava tanto di ricevere notizie da Luca.
La gattara, invece, si irrigidì, e con tono diffidente lo invitò ad andarsene. Luca, allora, con calma, spiegò loro perché si trovava lì e perché cercava il Malandato.
La figlia temeva che al padre fosse successo qualcosa e così decise di fidarsi: indicò a Luca di andare alla biblioteca, luogo in cui il Malandato si recava spesso, nella speranza che il ragazzo trovasse delle notizie sull’uomo.

SPUNTO DI BATTISTINA L. E STEFANO D., I B
Era un tipo bizzarro. Teneva in mano una candela spenta. Non era nuova, si poteva benissimo vedere la miccia annerita e la cera colata lungo i lati. Chiuse a chiave la portiera dell'auto, si allontanò dal veicolo di qualche metro per poi bloccarsi all'istante. Sembrava che al posto dei piedi avesse blocchi di cemento, come se una forza soprannaturale, forse sua madre, chi può dirlo, lo avesse chiamato a rapporto. Fece un passo all'indietro calpestando un fazzoletto che qualche disgraziato aveva gettato a terra senza curarsi delle locandine sull'inquinamento ambientale che lo osservavano rosse dalla rabbia da lontano, fissate alla parete di vetro del supermercato. Borbottavano furibonde dell'ennesima azione incivile che non faceva altro che portare sempre più vicino il mondo allo sbaraglio. Parevano delle acide vecchiette, inviperite contro l'atteggiamento dei giovani d'oggi giorno. Tornò alla sua Punto grigia e provò a tirare la portiera precedentemente chiusa. Era chiusa. Non si aprì. Girò le chiavi nella serratura e l'aprì. La chiuse nuovamente. Provò ancora ad aprirla. Come ovvio che sia, essa rimase chiusa. “È chiusa” disse poco convinto.
Tirò per l'ennesima volta lo sportello “Sì, è chiusa”.
Luca e Jake si scambiarono uno sguardo stranito dal comportamento dell'uomo. “Pensi possa essere lui?” domandò Luca all'animale, un po' scettico. “Bè non ci costa nulla provare” lo incoraggiò quest'ultimo. Con il roditore sulla spalla, si avviò a grandi passi verso l'uomo dal comportamento singolare. “Sei Fermo?” nome che a quanto pare gli era stato affibbiato negli anni a causa della sua consuetudine nel bloccarsi di continuo. “Forse sì, o forse no, chi lo sa, dipende da chi lo desidera “quel sorriso sbilenco, costituito da due denti mancanti, lasciava Luca e Jake perplessi. Che era particolare lo avevo capito, ma non si erano immaginati fino a questo punto.
“Io sono Luca e questo è il mio amico Jake”
“Hai come amico un ratto?” il disgusto con cui sottolineò la parola "ratto", mandò Jake su tutte le furie. “Ehi nonnetto, bada a come parli, per tua informazione io sono una nutria e ho messo K.O. molte persone con un solo sguardo”, sbottò acido col pelo ritto e gonfio.
“Anna ci ha detto che tu eri amico del Malandato e quindi abbiamo pensato che potresti avere notizie su di lui” continuò Luca serio per non far scoppiare una lite tra i due.
L'espressione sul volto di Fermo si era fatta più attenta “seguitemi, ragazzo e Sylvester Stallone dei poveri; qui anche l'asfalto ha orecchie”.

SPUNTO DI RACHELE D. L. E ARIANNA D.M., I B
Luca, Jake e Scolo continuavano a tornare in Duomo alla ricerca del Malandato e del libro e ogni giorno tornavano a mani vuote sui Navigli; quando un giorno, mentre camminavano su e giù per la piazza, assistettero a un fatto molto curioso.
C’era un grosso furgone, nero, coi vetri oscurati e un uomo molto grasso con in bocca un sigaro mentre blaterava qualcosa in un dialetto meridionale, ad un certo punto, però, arrivò una macchina elegante e scesero due agenti che puntarono il furgone, l’ometto saltò a bordo che poi scomparse fra le altre auto.
Un uomo smilzo, che a Luca sembrava famigliare, si avvicinò al ragazzo, e proprio in quel momento lui lo riconobbe, era Giorgio, un barbone che spesso si sedeva vicino a lui e a Carcarlo, Luca si ricordò anche che a Carcarlo piaceva particolarmente confessarsi con lui… ma perché ora indossava quegli abiti… e un distintivo?
Giorgio si avvicinò: “Luca?!? Ma cosa ci fai qui?!? E perché hai delle nutrie? Fa niente, fa niente. Non abbiamo tempo per questo, devi aiutarci!”
“Aiutare chi? Perché? Come?”
“Zitto e seguimi.” Giorgio lo condusse verso la macchina, si sedettero e iniziò il racconto di Giorgio, dopo aver liquidato le mille domande di Luca.
“Iniziamo col dire che sono un agente di un’associazione segreta, Luca, abbiamo bisogno di un nuovo interno, e quello sarai tu.”
“Ma, io non capisco, cosa ci faceva quell’uomo vicino a quel furgone? E perché parlava di mercati neri? E cosa ci fai tu qui?”
“Quando ero al refettorio, Carcarlo mi raccontava sempre di come il Malandato aveva preso in prestito il suo libro e di come poi sia scomparso, ho informato l’associazione e abbiamo deciso di sospendere un caso di mafia registrato qui a Milano, sembrava un caso semplice, pensavamo di recuperarlo i uno di quei negozi di antiquariato mentre provava a vendere il libro, ma sfortunatamente ‘era una spia anche nel nostro sistema, quel grasso uomo era il suo boss e posso essere certo che Giulio, si stesse nascondendo dentro al furgone, con il malandato; Giulio è un ragazzo giovane ma distratto, per quello a volte dimenticava il microfono che tutti gli agenti hanno in dotazione, grazie a quello siamo riusciti a “prendere due piccioni con una fava”, o almeno credevamo… Il Malandato è su quel furgone, e con lui uno dei più grandi boss della mafia milanese… Abbiamo bisogno di un nuovo interno perché io sono diventato troppo vulnerabile… Luca, prenderesti il mio posto? Rimarrai nel nostro quartier generale e ti daremo tutto ciò di cui hai bisogno, chiediamo solo il tuo aiuto.”
Luca si sentiva sballottato, continuava a non capire perché tutti questi 007 avessero bisogno della sua lurida pellaccia per compiere un lavoro così delicato.
Ma accettò, non aveva nulla da perdere.

SPUNTO DI BELINDA C., GIORGIA A. E MATILDE F., I B
"Siamo alla ricerca di un uomo scomparso un po' di tempo fa, che ha lasciato una mappa del centro di Milano nel suo covo sotto al ponte" disse Jake. Così le nuove amiche nutrie decisero di aiutarli. Si avviarono verso la torre del Filarete, la quale era stata segnata con una croce sulla mappa del Malandato.
Appena arrivarono, si intrufolarono in un gruppo guidato da un giovane ragazzo alle prime armi con una bandierina gialla. Quando arrivarono all'orologio del Filarete, ispezionarono dovunque.
"Oh, Jake, guarda là!" Disse Scolo precipitosamente, indicando un bigliettino che svolazzava vicino al grande orologio.
Con due balzi l'abile Jake, prese il biglietto. Molto curiosamente lo aprì e si rese conto che c'era qualcosa che non quadrava.
La calligrafia era riconoscibile, era un indizio, l'aveva scritto il Malandato.
Luca si accorse dell'agitazione di Jake e Scolo, si appropriò del foglio e tentò di leggerlo.
Latino, il Malandato li stupiva sempre di più, e ora che si faceva? Sicuramente un barbone e due nutrie non erano in grado di comprendere il contenuto del bigliettino misterioso.
"Ci resta solo chiedere a qualcuno" disse Scolo con voce tremolante.
"Nessuno capirà e nessuno ci darà ascolto" disse Jake preoccupato.
Luca restava lì, immobile a fissare il vuoto. Tutto d'un tratto iniziò a camminare, percorse un lungo percorso prima di arrivare davanti ad una grande libreria, entrò e dopo qualche minuto uscì con un sorrisetto sulle labbra.
"Bene, ora che si fa?" Chiese Scolo a Jake mentre sorseggiava da una lattina di Ruttaforte trovata per strada.
"Seguiamo Luca, intanto è lui che sa il significato" rispose Jake.
Si incamminarono di nuovo verso la torre del Filarete...

SPUNTO DI ALESSIA V. E SERENA D., I C
Jake guardò Scolo con un’occhiata d’intesa, poi guardò Luca, che osservava il gruppo di nutrie davanti a lui, senza capire di cosa stessero squittendo tra loro. Liscione li guardava in attesa di una risposta, dovevano pensare in fretta. Le opzioni possibili erano due, o inventavano una scusa per non parlare a Liscione del Malandato, oppure potevano rendere partecipi anche le altre nutrie. Dopotutto vivevano in centro da tutta la vita, conoscevano la Gattara, la moglie del Malandato. Forse avrebbero potuto aiutarli, e non erano nemmeno obbligati a spiegare loro proprio tutto… Jake aveva un piano, e Scolo lasciò squittire l’amico. Ora toccava a Jake mettere a posto le cose, affinché fossero a loro vantaggio. “Ehi, Liscione, conosci quella donna a quanto ho potuto vedere. Chi era quella ragazza? E il Malandato?” chiese Jake guardando dritto negli occhi Liscione. “Quella ragazza è la figlia della Gattara, è da parecchio tempo che parlano del Malandato, ma non so chi sia. Ne sai qualcosa? Siete venuti qui per loro, vero?” Liscione era molto perspicace, avrebbe davvero potuto aiutarli con il caso del Malandato, se avessero messo insieme i pezzi che conoscevano queste nutrie con la mappa e le foto trovate nella valigia del Malandato, allora avrebbero fatto centro, concludendo il caso e ritrovando il povero scomparso. “Sì, so qualcosa. Il Malandato è il padre della ragazza, viveva dalle nostre parti, nella Martesana. Ora è scomparso, lo stiamo cercando. Puoi aiutarci?” Una piccola luce negli occhi di Liscione si accese, guardò Luca, poi di nuovo Jake. “Ecco perché questo umano è con voi!” Squittì sorpresa la nutria, per poi continuare: “Certo che possiamo aiutarvi. È da qualche giorno che la Gattara parla di lui, ogni giorno sembra sempre più preoccupata. Se ci teniamo in contatto potremmo scoprire di più.” Liscione aveva ragione, dovevano tenersi in contatto, sarebbe stato difficile, le loro dimore non erano collocate nelle vicinanze l’una dell’altra, e per scoprire qualcosa in più Luca, Jake e Scolo avrebbero dovuto uscire allo scoperto molto più frequentemente, essendo di conseguenza esposti a più a rischi più frequenti. Jake alzò lo sguardo verso il cielo. “Santa nutria! È davvero tardissimo! Dobbiamo ritornare nella Martesana prima di sera, Liscione, ma ci terremo in contatto, in qualche modo.” Scolo e Jake cominciarono a raspare contro la gamba di Luca, impazienti di rientrare nel sacchetto del supermercato. “Quando tornerete, ci potete trovare qui in giro, vicino alla piazza e nei vicoli circostanti.” Con questa ultima frase le nutrie (e Luca) si lasciarono, per continuare a cercare indizi sulla scomparsa del Malandato. Ma le due nutrie non sapevano proprio dove cercare informazioni. Dovevano recarsi presso le altre "x", ma, come avevano potuto constatare, la polizia era pronta ad acciuffare sia loro che Luca. Dovevano ritornare in Piazza Duomo e parlare con la figlia e la moglie del Malandato, ma questo era compito di Luca, che, invece di collaborare, fissava continuamente quella ragazza. Luca si diresse verso la metropolitana. "Cosa intendeva fare?" Si chiese Jake. Squittì abbastanza forte da attirare l'attenzione di Luca, ma non quella dei passanti. “Oh, già Bob, non ti ho detto che ho intenzione di parlare con Carcarlo, magari lui sapeva della famiglia del Malandato e ci può dare qualche informazione utile". "Non è del tutto scemo però", disse Scolo. E così con lo stesso metodo che avevano utilizzato durante l’andata, salirono sul mezzo di trasporto. Questa volta, però, non tutto andò per il meglio, infatti un controllore stava passando tra i sedili del metrò a chiedere i biglietti ai pendolari. "Ma possibile che capitino tutte a noi?" Squittì Jake, che, infastidito, fece per dare un consiglio a Luca, ma quest’ultimo era già sceso dal metrò prima che la nutria potesse dire “Squit”. 

SPUNTO DI DAVIDE P. E DARIO P.
A questo punto Luca era stordito sia dalla bellezza di Anna sia da quanto si erano dette mamma e figlia, a pochi passi da lui, che aveva per argomento Giovanni ovvero il Malandato.
Era lì semiparalizzato dalla situazione e non riusciva bene a connettere.
Jack la nutria, che era furbo come la sua parente faina, e aveva notato lo stato di trance in cui era caduto Luca nel vedere Anna, gli si avvicinò e disse: “Hai finito di sbavare? Possiamo continuare con la nostra ricerca o vuoi stare ancora un po’ lì in venerazione della Madonna del Carmine?”.
Si perché Luca era immobile e sotto shock come se avesse avuto l’apparizione di una Madonna o di una Santa.
Luca si fece coraggio e si avvicinò alle due donne.
Si presentò con un po’ di imbarazzo e, ammettendo di aver sentito i loro discorsi, disse di conoscere il Malandato e di non averne più notizie da qualche tempo.
La gattara non lo degnò neanche di uno sguardo e continuò a preparare il cibo per i gatti mentre Anna, intenerita dalla giovane età di Luca e dal suo aspetto un po’ trasandato, gli sorrise…
“Anche noi vorremmo sapere che fine ha fatto. Di tanto in tanto viene a trovarci ma poi sparisce nel nulla. E’ già successo decine di volte”, raccontò Anna.
Mentre i due parlavano del malandato, Jake e Scolo si abbuffavano di scatolette pesciose; così battezzate dai due.
La gattara iniziò a sobbalzare quasi come se sapesse qualcosa, così Luca accorgendosene gli si avvicinò e, guardandola negli occhi, gli richiese se sapeva qualcosa.
Con occhi lacrimanti confessò di sapere dove si trovava e che molto spesso passava a visitarla quando Anna non c’era, “se la passa molto male” disse la gattara aggiungendo anche che non voleva farsi vedere in quelle condizioni dalla sua famiglia.

SPUNTO DI CAMILLA G., I C
(La nascita di un nuovo personaggio, successivo ai capitoli 3 e 4.)
Come collegare il personaggio al racconto
Dopo l’incontro avuto con la gattara, Jake, Scolo, Liscione e Luca, con i “due dentoni”, si accorgono della ragazza Anna che aveva l’orsacchiotto di peluche attaccato alle chiavi, sui pantaloni di jeans. Era lo stesso orsacchiotto di nome Baluba, che appariva nelle foto del vecchio malandato di nome Giovanni. Anna era la figlia cresciuta. Successivamente a questa scoperta Jake la nutria, è stanco e vuole andare a riposarsi un po’ nel parco con gli altri suoi amici e i due ghisa. Seduti su delle panchine si sentono lo stomaco vuoto e decidono di prendere qualche “scarto merenda” da rosicchiare. I due “dentoni” dopo averli osservati con aria stupefatta, vollero sapere che cosa aveva portato Jake la nutria e gli altri suoi compagni a intraprendere questo lungo viaggio fino a Milano. Essendo loro due ragazzi ancora giovani non sapevano darsi una risposta sul fatto di aver visto in pieno giorno in piazza Duomo delle nutrie che vagavano disperate in cerca di qualcosa. Prima che loro potessero aprir bocca, Jake puntò lo sguardo su un ragazzo, seduto su una delle panchine li a fianco. Subito disse: “ehi venite tutti, guardate abbiamo un'altra sorpresa bella e nuova! “. Luca e Scolo fecero segno a Jake di fermarsi. Sarebbero dovuti andare tutti insieme a presentarsi da questo sconosciuto mai visto prima d’ora. Che legame potrà mai avere?
Analisi personaggio: quel ragazzo così strano e molto pensieroso, colpì moltissimo Jake, che subito puntò lo sguardo su di lui . Ma cosa aveva di tanto strano? Teneva stretto nelle due mani un pezzo di una foto, una delle tante che facevano parte del diario del malandato. Questo era una scoperta davvero geniale. Jake era davvero sbalordito.
Si chiamava Giacomo , perché lo si intuiva dalla carta di identità all’interno del portafoglio aperto che teneva con sé. Era amico di Anna, la figlia della gattara. Era un tipo piuttosto alto e abbastanza robusto . Aveva i capelli mori e un po’ spettinati. Era vestito in modo elegante, con una camicia , dei jeans e un cappotto aperto di color blu scuro. Dal volto si percepiva che era un tipo piuttosto tranquillo, uno che pensa molto e che pensa prima di agire e di commettere delle azioni.
Lui sa tutto quello che è successo. Sa, che il malandato è fuggito parecchie volte, lasciando i figli e la moglie. Cerca di fare di tutto per aiutarla come più può da amico fedele per aiutarla a superare i problemi, facendola stare calma e non pensando subito al peggio. La rassicura dicendole che il Malandato non sarà troppo lontano anche se non si fa sentire. Lei un giorno le aveva fatto vedere una foto di lei da piccola insieme agli altri della sua famiglia. C’era pure suo padre.
Giacomo riuscirà a risolvere la situazione facendosi conoscere anche da Jake la nutria e gli altri suoi amici. All’inizio rimane molto sorpreso e non crede ai suoi occhi quando vede per la prima volta delle nutrie aggirarsi per una città così grande come Milano. Quando si accorge che sanno parlare gli sembra di essersi paracadutato in un altro mondo. Jake la nutria, Luca e Scolo si presentano e cominciano subito a raccontare il motivo per cui erano venuti fino lì. Anche Giacomo alla fine parlò con loro e disse che aveva appunto dei legami con Anna, la figlia della gattara. Dopo numerose vicende e tentavi purtroppo falliti, riescono tutti insieme a trovare per pura coincidenza il malandato riconoscendolo dalle foto del suo diario. Parleranno a lungo tutti insieme e troveranno un modo per farlo ragionare e per come comportarsi con Anna e gli altri della famiglia
Il finale è ancora tutto da vedere!

SPUNTO DI SIMONA B. E FRANCESCA C., I C
(un nuovo personaggio)
un piccolo porcellino nero di nome Tobia, che era stato abbandonato dalla fattoria in cui era nato e il povero Malandato se ne era preso cura portandolo con se in giro per il mondo. Il Malandato l’aveva lasciato davanti al Duomo di Milano quando aveva deciso di metter su famiglia affidandolo, a suo dire, nelle mani di Dio. Nonostante fosse stato abbandonato tragicamente, il buffo maialino era rimasto sempre allegro e spensierato. Anche se era passato molto tempo non si era mai dimenticato del Malandato e quando incontrerà Luca e le sue piccole amiche sarà felice di aiutarli nella ricerca del suo padrone, racconterà tutte le avventure passate con lui e cercheranno di ricostruire i passi fatti dall’uomo preso in causa.
Abbiamo pensato di aggiungere alla storia di “Strastorie” un nuovo personaggio insolito, per dare un senso di comicità alla storia; un personaggio non umano e diverso dalle molteplici nutrie incontrate durante i capitoli precedenti.

SPUNTO DI Riccardo B., I C
Nuovo personaggio
Giacomo, il figlio del Malandato.
Giacomo, ormai diciottenne è intenzionato a ritrovare suo padre, senza l’aiuto della sorella Anna e della madre che sperano nel suo ritorno. Giacomo vuole invece rimboccarsi le maniche per far tornare a casa l’uomo che per anni l’ha cresciuto. Dopo varie settimane di ricerca per Milano Giacomo però non riesce ancora a trovare una pista, finché un giorno incontrerà Luca e Jake, così che negli incontri che faranno Giacomo potrà raccontare loro cos’era il Malandato (Giovanni) prima di vivere per strada e il motivo per il quale abbia abbandonato la sua famiglia secondo lui, Luca invece potrà dirgli ciò che hanno scoperto grazie anche alla mappa e alla foto trovate nella sua valigia. La comparsa di Giacomo nel romanzo aiuterà molto i protagonisti i quali lavoreranno in questa ricerca insieme al nuovo personaggio, incontrandosi una volta alla settimana sul naviglio per potersi dire a vicenda ciò che sono riusciti a scoprire durante i giorni passati.
Giacomo è un ragazzo alto, magro, castano, si veste sempre con jeans strappati e maglioni bucati del Malandato che lasciò a casa quando se ne andò.


StraStorie ExtraLarge: un romanzo scritto attraverso l’interazione con i lettori
Un format di narrazione condivisa di Valeria Ravera
Con Riccardo Besola, Andrea B. Ferrari e Francesco Gallone
In collaborazione con la libreria Covo della Ladra - Ladra di Libri
Illustrazioni di Guendalina Ravazzoni
Musiche di Alessandro Arbuzzi
Incursioni di Oliviero Ponte Di Pino
Supporto tecnico di Giorgio Paolo Albani
Dal vivo: 21 marzo, 4 e 18 aprile, 9 e 23 maggio, 6 giugno 2018 (ore 19), al Binario 9 e ¾ della Libreria Covo della Ladra, Milano
Sul web: www.strastorie.it e facebook.com/strastorie

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