domenica 13 novembre 2016

La pistola di Pollastro

Narra la leggenda che Sante Pollastro avesse una mira infallibile e che, durante le sue scorribande in bicicletta, sparasse ai lampioni per coprirsi la fuga e scomparire nel buio.
Luigi Balocchi, in “Il diavolo custode” (Meridiano Zero, 2007), racconta così il giovane bandito e la sua pistola, una Flobert calibro 6:

“Sorride il Santéin, a tutti mostrando un pistolone brigantello infilato di soppiatto tra la patta e l’intenzione. In coro, gli amici, ti sgranano turbini d’ammirazione. Tace, lui. Risparmia il colpo. Fin da bambino, le parole, le conta quanto basta, il resto muffa. Ne servon poche, in grama verità. Dove abbia ravanato quel calibrosei Flobert a un colpo in canna, lo sa il cristo. Ma è pistola, seppur bacucca, certamente di gran pregio. Calcio in legno finemente cesellato, ghirigori floreali che addolciscono l’acciaio, canna audace e ben rigata, grilletto, mirino, cane, calibrati da un bel tornio. Raffinato d’artigiana maestria.
– Con questo, – sbanfa di santa meraviglia il Gambarotta, – sicùro che accóppi un òmo.
– Ma va’ là, belìn... – E ride, il bel Santéin, il pugno sul calcio dell'arma, strette le dita al selvatico manubrio, che già risente della spinta prodigiosa dei nervi in gaia, furibonda batteria. Fan largo gli amici, mentre il deciso pistolero carica il pedale, ringhia, guizza, assalta il cuore. Sì. L’è lì. Un vento trattenuto nell’istante creativo. Squilla l’occhio, un fiato ancora, via rampante per la ripida discesa. Corre forte il bel Santéin in bicicletta. Va di fretta, urta, infiamma, giravolta per le chiappe. Fosse fulmine, giuro, farìa tempesta per quanto, di pedale, sta infuriando sulla strada illuminata da una schiera di lampioni. Li hanno infissi quali truppe di confine. Ne confermano il sospetto, le puntute balaustre poste in cinta ai giardini delle ville.
Corre a perdifiato, il bel Santéin. Coi polmoni a manovella, così, di più, solo un treno bestia matta. Finalmente quel lampione. Alto, indifferente, vagamente questurino. Lo ha scelto. È quello. Un attimo, la vita. Se la centri sei un campione. Sul furore delle ruote, nell’istante dal bersaglio, alza gli occhi, munge il cuore, spara spara spara!
Pèmm...
Un baleno. Un buco nero. Un pitale annerito dalla scarica bestiale, quel lampione ora esploso. Roba artistica, davvero. Un sol colpo. Genialmente calibrato. Traiettoria micidiale. In corsa a crepinculo per quella strada sacramenta, una mira che di certo ha un nonsoché di portentoso. Ch’è la sua, del bel Santéin. Agli altri il lampo dello sparo. Che travolge ogni certezza.”

La pistola realmente usata da Pollastro per sparare ai lampioni, da "Le Confessioni di Pollastro" di Luigi Brignoli



StraStorie per BookCity Milano, 17-20 novembre 2016, al Laboratorio Formentini e sul web (www.strastorie.it e www.facebook.com/strastorie)

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